Alfa Romeo e McLaren: a Jeddah la sfortuna nasconde i progressi

Paolo D’Alessandro
25 Mar, 2023

Il secondo Gran Premio della stagione è già in archivio e le squadre stanno sfruttando questi giorni per la fase di programmazione di Melbourne, la prossima tappa del mondiale. Il GP Australiano vedrà per la seconda volta di seguito l’introduzione di alcuni pacchetti di aggiornamento da parte dei vari team; alcuni già annunciati, altri in fase di delibera. Tra queste squadre ci saranno la McLaren e l’Alfa Romeo, sicuramente due dei team più ansiosi di cancellare Jeddah e guardare oltre.

La prestazione in Arabia Saudita non è mancata a nessuna delle due scuderie, ma alcuni avvenimenti hanno impedito di raccogliere i risultati che anche la pista stava confermando. Nessuno dei quattro piloti aveva la certezza di essere nella top 10 a fine gara, ma il potenziale per portare a casa qualche punto poteva esserci. Purtroppo, la sfortuna ci vede benissimo ed un solo avvenimento ha messo fuori gioco ben tre dei quattro piloti in questione, mentre la gara di Guanyu Zhou si è complicata con l’uscita della Safety Car.

McLaren: Addio al James Key, benvenuto a David Sanchez ma dal 2024 non ci sarà più la figura del DT. 

La Scuderia di Woking ha annunciato degli importanti cambiamenti, alcuni che vi avevamo già anticipato. L’addio di David Sanchez dalla Ferrari è avvenuto con le tempistiche meglio gradite alla squadra di Woking e soprattutto a quelle del francese. L’uscita da Maranello di Mattia Binotto ha portato l’aerodinamica franco spagnolo a cercare altrove. Per lasciare Maranello serviva insomma solo un’offerta concreta. E’ arrivata da Mclaren, un ambiente che Sanchez conosce in maniera approfondita, avendone fatto parte una decina di anni fa. Dovrà scontare un anno di gardening e inizierà a lavorare così in Mclaren solamente da gennaio 2024. Il suo ruolo sarà il medesimo ricoperto a Maranello ovvero Technical Director, nell’area Car Concept and Performance. Insieme a lui altre due figure andranno a ricoprire il ruolo di ‘Direttore Tecnico’, lasciate vacante dall’addio alla scuderia di Woking da parte di James Key.

Peter Prodromou sarà il nuovo Technical Director, Aerodynamics e Neil Houldey ricoprirà la carica di Technical Director, Engineering and Design. Un trio di figure ‘orizzantali’, che andranno a comporre il team che avrà il compito di guidare l’intero reparto tecnico di Woking. L’addio di Key infatti non vedrà la sostituzione pari ruolo, ma verrà sostituito da queste tre figure, in un organigramma più ampio che un po’ ricalca quanto si vede oggi in Ferrari, ma non solo. Anche altri team hanno più figure di riferimento anche se con un personaggio primario come in Red Bull dove Adrian Newey è chiaramente l’uomo copertina, ma dietro di se a guidare il reparto tecnico c’è Pierre Waché; in Aston Martin spesso ricorre il nome di Dan Fallows ma ci sono anche altri ingegneri come Luca Furbatto e non solo, ecc… In questi nuovi organigrammi c’è sempre meno intenzione di accentrare le responsabilità, ma dividere con giudizio i ruoli, assicurandosi comunque – come base – la qualità degli ingegneri con cui si formano le squadre.

Il contatto Gasly-Piastri ha rovinato la gara dell’australiano, di Norris e di Bottas. 

Purtroppo la sfortuna ci vede benissimo quando si tratta di McLaren, almeno in questo inizio di mondiale. Dopo i problemi del Bahrain, a Jeddah è andata anche peggio. Il weekend di Lando Norris si è complicato con un errore all’ultima curva durante le qualifiche danneggiando la sospensione anteriore (sinistra) e costringendolo a partire ultimo. Tuttavia, l’ottima prestazione di Oscar Piastri (nono), aveva reso molto meno amaro il sabato dell’Arabia al team di Woking. Purtroppo però, al primo giro l’australiano ha battagliato subito con Pierre Gasly, diretto concorrente dell’Alpine, danneggiando la sua ala anteriore e costringendolo quindi ad un pit anticipato. Un passo non così positivo e soprattutto l’eccessivo drag della MCL 60 non hanno permesso ai due alfieri di Woking di effettuare una decisa rimonta. Purtroppo a fare le spese di quel contatto sono stati anche Lando Norris, che si è dovuto fermare dopo aver raccolto un detrito del compagno di squadra, e Valtteri Bottas che ha visto il fondo della sua vettura danneggiarsi, distruggendo la prestazione della C43.

Alpine, Pierre Gasly - McLaren, Oscar Piastri.

Il finlandese ha lamentato una macchina che sin dalle prime fasi della gara scivolava molto sul posteriore, con un conseguente anomalo degrado delle gomme. Il weekend stava comunque dando speranza, almeno all’Alfa Romeo, di fare punti con Guanyu Zhou. Il cinese era a suo agio e competitivo con le Medie, ma similmente a quanto successo a Ferrari, le Hard hanno spento la C43. “Dobbiamo capire cos’è successo perché con le Hard scivolavamo molto e non avevamo la velocità per fare punti, mentre nel primo stint sembravamo veloci ed eravamo fiduciosi di conquistare i punti” ha fatto sapere Xevi Pujolar, capo dei meccanici Alfa Romeo. 

A Jeddah McLaren fa di necessità virtù e punta sul carico, Alfa Romeo migliorata molto nel veloce, ma entrambe lottano contro il drag.

Le due squadre hanno seguito un approccio piuttosto diverso per questo appuntamento. Alfa Romeo aveva portato nuove ali da più basso carico per combattere l’eccessivo drag della C43, ma i risultati non sono stati quelli sperati. “Al Venerdì non eravamo preoccupati perché abbiamo fatto diversi test che ci hanno dato qualcosa in alcune parti, ma ci toglievano troppo in altre e quindi siamo tornati indietro. In Qualifica eravamo comunque vicini alla Q3. In gara però abbiamo sofferto la mancanza di grip e quando la griglia è così vicina e competitiva, basta poco per non fare punti.” ha spiegato Pujolar dopo la gara.

Alfa Romeo-Sauber C43, Valtteri Bottas

I tecnici di Jan Monchaux possono però ‘consolarsi’ perché anche a Jeddah la vettura ha dimostrato di essere progredita lì dove hanno lavorato molto durante l’inverno. Un dato esplicativo riguarda il tratto di curva 22-23-24, modificato questa stagione e reso più lento rispetto agli appuntamenti degli anni precedenti. Di media le squadre li hanno perso dai 30 ai 40 km/h; la migliore è stata proprio l’Alfa Romeo che ha perso meno di 30 km/h, segno che la stabilità del posteriore è migliorata notevolmente rispetto alla C42. Una piccola nota: la peggiore in quel tratto è stata la Ferrari che ha perso più di 40 km/h, evidenziando una mancanza di carico incredibile rispetto alla F1-75. Su cosa migliorare? “Penso che abbiamo ancora un po’ troppa resistenza all’avanzamento e la macchina è ancora troppo sensibile ai cambiamenti nelle altezza da terra.”, il parere di Valtteri Bottas.

La McLaren ha cercato di ridurre il drag con meno incidenza alare, sapendo già che la vettura dovrà ‘sopportare’ questo malus ancora per un po’. I correttivi di Baku dovrebbero aiutare la MCL 60 a fare un salto di qualità, anche se secondo le ultime dichiarazioni di Andrea Stella, “i dati di simulazione mostrano dei progressi, ma potrebbe non bastare per lottare per gli obiettivi che vogliamo”. L’ingegnere italiano fa riferimento all’obiettivo quarta posizione mondiale, molto lontano dopo il grandissimo passanti in avanti di Aston Martin. La vettura di Oscar Piastri e Lando Norris sta comunque rispondendo bene, con alcuni lampi degni di nota. In entrambi gli appuntamenti il passo è difficilmente analizzabile, ma in qualifica le risposte sono positive, con Oscar Piastri che a Jeddah ha esaltato le sue qualità mostrando una vettura che sì, soffre molto di drag, però quantomeno gode di una buona dose di carico che ha visto l’australiano difendersi egregiamente in quasi tutte le curve e lo ha visto primeggiare nel rapido cambio di direzione nel primo settore.

McLaren MCL 60, Oscar Piastri.

Alfa Romeo e Mclaren arrivano in Australia con la voglia di cancellare questo weekend sfortunato e di puntare anche sugli aggiornamenti per migliorare le prestazioni della C43 e della MCL60 con l’obiettivo di tornare subito a fare punti, impedendo così ad Alpine di ‘scappare’ via per la quinta posizione mondiale, sfruttando il potenziale che le vetture stanno comunque mostrando.

Autore: Paolo D’Alessandro

Privacy Policy Cookie Policy