Analisi qualifiche Miami: il motore Ferrari spinge le F1-75 in prima fila

Paolo D’Alessandro
8 Mag, 2022

Autore: Paolo D’Alessandro

La qualifica della prima edizione del Gp di Miami è tutta Rossa: 1-2 Ferrari al termine di una sessione pulita e combattuta. Charles Leclerc conquista la Pole Position dopo che Max Verstappen era riuscito a mettersi davanti di 64 millesimi nel primo giro lanciato ma non riuscendo poi ad effettuare il secondo per un errore nel primo settore. Caros Sainz è secondo, autore di un ottimo recupero dopo quanto successo venerdì con un potenziale che lo ha comunque messo in lotta col compagno. Sergio Perez quarto, a completare una seconda fila tutta Red Bull, mentre dietro, la Mercedes non è riuscita a mantenere lo stesso passo delle libere con Alfa Romeo e Valtteri Bottas che sono riusciti a star davanti a Lewis Hamilton, dando forti segnali anche al resto del gruppo.

L’unico pilota a non prendere parte a queste qualifiche è stato Esteban Ocon, dopo il brutto colpo subito durante le FP3. L’impatto con il muretto ha provocato una crepa nel telaio che ha richiesto la sostituzione, con tempi tecnici troppo lunghi per permettere al francese di scendere in pista. L’impatto è stato simile ma più violento rispetto a quello patito da Sainz il giorno prima, causando un po’ di polemica a riguardo.

“Dopo quanto successo a Carlos ieri avevamo parlato e chiesto al direttore di gara di mettere delle barriere in quel punto, perché è cosi è davvero pericoloso. Ieri si è fatto male lui ed oggi io. L’impatto è enorme, penso sia stato il più duro di tutta la mia carriera. Non ci hanno ascoltato”, le dure accuse di Esteban Ocon  dopo che Carlos Sainz aveva confermato di aver patito degli importanti dolori al collo dopo l’incidente di ieri, se consideriamo l’impatto a 50g di decelerazione. Troppi, con conseguenze enormi per le macchine, ma anche per i piloti, che chiedono un ‘aiuto’ dal punto di vista della sicurezza, un punto cardine su cui la FIA aveva posto molta attenzione sotto la guida di Jean Todt.

La F1-75 si esalta in tutte le curve e la PU2 aiuta a ridurre il gap nelle velocità massime da Red Bull

La F1-75 si conferma una vettura in grado di produrre tanto carico aerodinamico e grip meccanico, dando ai piloti la confidenza e la forza di spingere in tutte le curve con una vettura stabile. Inoltre, l’uso della Power Unit 2, con il motore endotermico ‘rinforzato’ e completamente fresco, ha spinto la scuderia ha confermare un maggior carico sulla macchina anche in vista della gara di domani. La gestione gomma sarà cruciale per via delle temperature ma non solo: con la pioggia caduta durante la notte, il grip se n’è andato e la pista è tornata green.

Charles Leclerc e Carlos Sainz interpretano e usano la F1-75 in modi un po’ diversi, con il monegasco capace di trovare maggiormente il limite soprattutto nella zona delle curve molto lente e strette – tratto che condiziona ancora un po’ lo spagnolo, non totalmente in sintonia con la vettura – mentre gli manca ancora il feeling nel primo settore che è terreno di caccia dello ‘Smooth Operator’. Carlos è stato molto veloce riuscendo ad andare più agilmente alla corda con più stabilità. Leclerc fa la differenza poi soprattutto nell’ultima staccata dopo il lungo rettilineo, in quel tratto è impareggiabile.

“Sono molto felice del giro, da curva 4 in poi. Da curva 1 a curva 3 non è stato un gran giro, forse c’era qualcosa di più nella macchina, ma sono felice di essere in pole” così Charles dopo le qualifiche. Proprio nel primo settore, nonostante le velocità non siano molto diverse tra i due piloti Ferrari, Carlos Sainz riusciva a preparare bene l’ultima parte di questo tortuoso segmento di pista tanto da arrivare – nei due giri di Q3 – con 8 km/h di vantaggio su Leclerc al primo tentativo e 11 km/h su Verstappen a curva 6. Vantaggio che nel secondo tentativo è salito addirittura a 15 km/h rispetto al compagno di squadra. Certamente stili leggermente diversi, ma dai dati è evidente come Sainz riesca a non togliere mai il piede dall’acceleratore fino al punto di frenata, ritardato rispetto a Leclerc. In quel primo tratto di pista RedBull è costretta ad alzare il piede molto più dei due ferraristi, confermando quanto la F1-75 goda di un ottimo carico aerodinamico.

Il monegasco nel secondo settore fa registrare in quasi tutte le curve la velocità migliore. Alla curva 17 Ferrari è capace di guadagnare da 2 decimi in staccata e trazione su Red Bull, esaltando i punti di di forza di questo progetto. Inoltre, nel secondo tentativo Sainz ha perso quasi due decimi con un’uscita non perfetta in trazione, che lo avrebbe messo a pieno titolo in lotta per la prima posizione. “Stiamo progredendo, anche con un giro non perfetto ero in lotta per la Pole. Si tratta di avere un weekend pulito” ha invece chiosato Carlos Sainz, sicuramente sollevato dal risultato positivo e dalla conferma che la macchina sta dando.

Non una Qualifica semplice per la Red Bull che dopo le FP3 poteva essere comunque considerata la vettura favorita, ma che alla fine si è dovuta accontentare di una seconda fila. Dopo i problemi patiti ieri oggi, Max Verstappen ha avuto una qualifica culminata con un errore. Nel primo giro in Q3 si era lamentato molto del sottosterzo cosi ai box sono intervenuti per andare incontro alla richiesta fatta dal loro pilota, che però al secondo tentativo è stato leggermente più aggressivo sui cordoli del primo settore ed ha subito uno snap improvviso del posteriore che gli ha impedito di completare il giro. Il potenziale per lottare con i due Ferraristi c’era e sicuramente la macchina potrebbe essere competitiva in gara, ma proprio come dice l’olandese, serve avere weekend certamente più puliti quando diviene una questione di dettagli. “Con un weekend pulito saremmo stati in pole. In circuiti come questi è importanti non avere il venerdì che abbiamo avuto. Per questo tutto sommato la P3 non è un brutto risultato” parole del campione del mondo, Max Verstappen.

Sergio Perez dal suo conto, dopo un fine settimana in cui sembrava ancora una volta in gran forma, una volta arrivato in qualifica non è più riuscito a tenere il passo delle Ferrari e del suo compagno di squadra, chiudendo a mezzo secondo il primo tentativo e alle spalle di Max di circa 50 millesimi con un tentativo in più. “In Qualifica non ho trovato il ritmo, soprattutto in Q3 con gomme fredde nel primo tentativo. Rimango però fiducioso di poter chiudere un buon weekend” ha affermato il messicano.

La gestione delle Qualifiche sarà qualcosa da rivedere in casa Red Bull con un secondo tentativo in cui Max Verstappen era uscito davanti, superato da Sergio Perez, che poi all’ultima curva ha ricevuto l’ordine di restituire la posizione. Non ottimale per la preparazione degli pneumatici.

Il vantaggio su cui potrà contare domani la Red Bull è quello ormai classico della velocità sul rettilineo soprattutto con l’uso del DRS. Il divario infatti si apre solamente oltre i 300 km/h quando l’ala mobile viene attivata con 8 km/h di vantaggio in approccio di curva 11 e 10 km/h in fondo all’ultimo rettilineo.

Mercedes è tornata…con i piedi per terra

La Mercedes è riuscita ad introdurre un pacchetto di novità a Miami che dovevano confermare quanto sviluppato con gli strumenti in fabbrica, quindi comprendere se la strada intrapresa era quella giusta.

Il venerdì aveva dato loro piccole risposte positive, anche se il team sapeva che non avrebbe potuto giocarsi la pole position, contando di restare comunque a pochi decimi dalla prima posizione. Un qualcosa di non confermato. “Ieri abbiamo visto qual’è il potenziale della macchina se risolviamo i nostri problemi, ma non abbiamo ancora trovato la soluzione per tornare a lottare per campionato e vittorie” ha commentato Toto Wolff, che non riesce a spiegarsi del tutto questo calo di prestazione della W13. Il punto è sempre stato gestire il porpoising. Ieri ci siamo riusciti, ma poi oggi abbiamo fatto dei piccoli cambiamenti e il fenomeno si è ripresentato. Abbiamo provato a tornare indietro ma il porpoising è rimasto e questo ci danneggia anche in frenata e nel comportamento delle gomme”.

Lewis Hamilton ha concluso a più di 8 decimi dal poleman, mentre George Russell non è riuscito a superare il Q2. Poco poteva fare di più il campione del mondo quest’oggi, raccogliendo una P6. “La macchina è molto difficile da guidare e penso di aver fatto il massimo oggi. Non sappiamo perché ieri eravamo così veloci, non penso che abbiamo fatto un passo in avanti” 

Nella giornata di ieri, Mercedes aveva girato con mappature di motore più aggressive, secondo quanto appreso da formu1a.uno, utili per ‘limitare’ quel problema di correlazione dati pista-fabbrica che sta mettendo in difficoltà i campioni del mondo.

George Russell ha adottato assetti leggermente più morbidi che, uniti alle altezze da terra inferiori (un po’ per tutti) rispetto soprattutto alle primissime libere del venerdì, sono tornati a far soffrire tremendamente la sua W13 di porpoising, specialmente nel tratto di curve veloci del S1 e il lungo rettilineo finale. “Oggi sembrava un’altra macchina rispetto a ieri. Siamo stati più lenti e con tanto porpoising e non sappiamo il perché” – ha affermato George Russell – “Gli altri sono migliorati di un secondo. Ieri eravamo veloci nel settore 1 mentre oggi avevo il porpoising in tutte le curve”.

A Barcellona arriveranno i primi veri correttivi in tema di saltellamento visto che il pacchetto anticipato a Miami serviva solamente per adattarsi al circuito e per verificare se i dati in uscita dagli strumenti presenti a Brackley fossero corretti.

Dopo le due Ferrari e le due RedBull, in quinta posizione spicca l’Alfa Romeo di Valtteri Bottas che precede, con un buon margine, la sua ex squadra. Il finlandese ha rischiato l’eliminazione in Q1, come successo invece a Guyanu Zhou che ha abortito il suo ultimo tentativo per traffico nell’ultimo settore, altrimenti avrebbe agevolmente passato anch’esso il taglio. In Q2 una prestazione buona che è andata migliorando nel tempo grazie ad un feeling che cresceva e che ha permesso alla fine a Bottas di chiudere in Top 5.

L’Alfa Romeo continua a confermarsi un’auto agile, veloce e costante (leggi il nostro approfondimento). Non ha veri picchi di prestazione, perché va bene in ogni sezione della pista. Bottas è stato autore di un ultimo tentativo tutt’altro che pulito, specialmente nel primo settore, dove ha rischiato di perderla in curva 2 per un sovrasterzo, andando quindi cauto in quel tratto di pista portandosi dietro un ritardo rispetto ai diretti rivali. L’Alfa ha poi un’importante fase di trazione in uscita dall’ultima curva prima del lungo rettilineo e alla fine di esso alla curva 17, guadagnando tempo prezioso. Vettura agile, concreta e che, anche grazie alla Power Unit 2 Ferrari montata proprio in questo weekend sulle C42, ha seguito l’approccio di Maranello di confermare un maggior carico rispetto alla concorrenza che potrebbe essere utile anche in funzione della gara di oggi. 

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