Ferrari ostaggio di un incubo usura che non esisteva

Piergiuseppe Donadoni
5 Set, 2021

Ferrari ostaggio di un incubo usura che non esisteva.

La prestazione della Ferrari è stata abbastanza prudente, come ha detto Binotto nel dopo gara. 

Max Verstappen ha vinto il GP d’Olanda, sorpassando nella generale Lewis Hamilton. Ora l’olandese ha 3 punti di vantaggio sul campione del mondo.

A quanto capito, è pesato l’incubo Ricard in cui le SF21 avevano faticato in maniera massiccia sulla gomma, scivolando per tutto il tempo con entrambi i piloti. 

In quell’occasione però il problema principale era la pista lavata dalla pioggia in mattinata che azzerò il grip mandando l’anteriore della vettura in tilt, complice anche un assetto troppo scarico. 

Oggi questi ingredienti non esistevano. Si era comunque preparata una gara a doppia sosta (Plan A) con entrambi i piloti, utilizzando poi il Plan B, complice la sosta anticipata di Gasly e una Soft che è durata più del previsto.

I punti conquistati oggi, specie rispetto alla Mclaren, hanno messo di buon umore i vertici del team. D’altra parte si avverte la necessità di vedere una Ferrari meno ostaggio delle paure del passato. 

Bisognerebbe concretizzare meglio i weekend. Vuoi per gli errori/scelte (ammessi anche quest’oggi) di Leclerc in Q3, vuoi l’erroraccio di Sainz nelle FP3, sia qualifica che gara non sono state ‘massimizzate’.

Comunque, il limite tra prudenza e osare è sottile, chiaramente non facile da centrare nei fatti. Ma come in Belgio una settimana fa, sarebbe forse importante mostrare più coraggio in alcune scelte di assetto o di strategia per far vedere il valore dei progressi fatti. 

A Spa, per esempio, diversificare il setup tra i piloti poteva essere una scelta determinante per la qualifica visto che poi è stata sostanzialmente quella che ha determinato – purtroppo –  il risultato finale. 

Ci sono altri episodi persi in cui si poteva fare di più con poco da perdere. 

Mentre nel 2020 i limiti del pacchetto erano invalicabili, in questa stagione c’è lo spazio per tirare fuori più spesso dei risultati interessanti. 

Il gran premio d’Olanda ha mostrato in chiave gomme non molti problemi.

Il problema della Ferrari resta sempre a inizio gara. Con il pieno, il passo fatica ad arrivare nei primi 10/15 giri per via dei CV mancanti che, con l’auto pesante e l’alto carico aerodinamico, si fanno sentire ancora di più. 

Settima posizione per Carlos Sainz. Non era l’obiettivo iniziale. Ha pagato soprattutto il grave errore commesso nelle FP3.

Per questo motivo come già capitato in altre occasioni con Norris, Gasly ha preso un buon vantaggio iniziale, mentre per il resto era a tratti meno competitivo di Leclerc in aria pulita.

Le velocità di punta sono tornate ad state abbastanza buone verso centro gara. 

Carlos Sainz invece ha faticato molto, soprattutto su Hard. C’è da ricordare il miracolo dei meccanici che in praticamente in poco più di un’ora hanno rimesso in pista la sua SF21 dopo l’importante incidente in uscita da curva 2 durante le FP3. Per il poco tempo a disposizione, il tuning della vettura non poteva essere lo stesso di prima dell’incidente. Lo spagnolo ha detto di “aver scivolato tutto il tempo” senza praticamente mai centrare la finestra ottimale degli pneumatici. Verso fine gara, soprattutto sul treno posteriore. 

Sainz si è ritrovato in una domenica molto complessa ma è certamente figlia del suo errore in qualifica. 

Alla tredicesima gara, la lista dei rimpianti è piuttosto lunga. Tra errori dei piloti, strategie un po’ troppo conservative e scelte poco decise, mancano una trentina di punti oltre a quelli che avrebbe potuto centrare Leclerc a Monaco. Ma più di tutto sembra essere mancato ‘il risultato’. 

Sfortuna in alcune occasioni, come abbiamo riportato, eppure qualcosa in più si poteva estrarre. La SF21 è una macchina che permetterebbe di approfittarne quando le si presenta l’occasione. 

C’è la sensazione che sia diventata una routine positiva confrontarsi con il 2020. Cosa che era ampiamente giustificata alla prima gara, forse ora è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle questo confronto che rischia di semplificare troppo le cose quando invece ci sarebbe da attaccare. 

Più sul campo di gara che a Maranello, sarebbe auspicabile insomma che ci si scrollassero di dosso alcuni fantasmi. 

Sarebbe possibile vedere una Ferrari più aggressiva, il terzo posto potrebbe essere ancora in discussione. La Mclaren ha globalmente ottimizzato meglio ma solo con Norris. Ed è li, quarta dopo la gara di oggi, ma a pochi punti, restando la favorita per l’ultima posizione sul podio. Il team di Maranello deve sperare che Ricciardo continui a faticare con l’adattamento alla MCL35M.

Per riuscire a fare il cambio di passo che i tifosi meritano, bisognerebbe cominciare ad costruirsi dei weekend senza retro pensieri. 

Ora che arriva Monza sarebbe opportuno prendere l’appuntamento senza guardare all’orribile condizione di un anno fa. Piuttosto tirar fuori, senza paure, quello che la SF21 è in grado di offrire. Rischiando se necessario. 

Il Gran Premio d’Italia non è il circuito ideale, ma ha alcune caratteristiche che possono aiutare molto più di Spa. E’ un tracciato particolare dove non sono sempre vince chi ha più CV. E’ strano da dirsi, nel tempio della velocità, ma i tanti successi Red Bull in cui le varie “RBXX” volavano in parabolica sono ancora nella memoria di molti. E c‘è pure tanta trazione oltre ad una certa l’abilità da utilizzare nella prima chicane e sui cordoli alti da aggredire alla variante della Roggia.

Autore: Giuliano Duchessa

Co Autore: Piergiuseppe Donadoni

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