GP Messico – Super Max(ico) vince indisturbato, Ferrari conquista 17 punti su McLaren

admin
8 Nov, 2021

GP Messico – Super Max(ico) vince indisturbato, Ferrari conquista 17 punti su McLaren

La Domenica del Gran Premio del Messico si apre con la notizia che Lance Stroll – in seguito al botto patito ieri in Qualifica – prenderà 5 posizioni di penalità che si uniranno però a quelle già previste per la nuova Power Unit montata all’inizio del weekend, non cambiando dunque la sua posizione in griglia. Come già noto, nuova unità motrice anche per Lando Norris, Yuki Tsunoda e Esteban Ocon, e 5 posizioni di penalità anche a Russell dopo i problemi al cambio patiti durante le FP2 . 

In partenza la scia, seppur non potente come in altri circuiti, potrebbe comunque dare un vantaggio alle seconde file; in Qualifica il vantaggio della scia era quantificato intorno ai 3 decimi nel lungo rettilineo del primo settore. Gestione gomme, affidabilità della Power Unit, surriscaldamento degli pneumatici e le strategie saranno tutti fattori fondamentali per questa gara. 

Scelta delle mescole Media per tutti, tranne per Tsunoda ed Ocon che partiranno su Soft. Giro di formazione eseguito per tutti senza problemi. 

Semafori spenti


Temperatura Asfalto: 48°C
Temperatura d’aria: 21°C

La partenza, come da tradizione in Messico, è caotica: Ricciardo si lancia nel tentativo di sorpassare le due Ferrari e finisce al bloccaggio in Curva 1, toccando Bottas che si gira e resta fermo al centro della pista. Partenza non perfetta per il finlandese che decide di aprirsi verso l’esterno, offrendo un’ottima scia a Verstappen. Hamilton si sposta verso destra, ma è Verstappen che ha la partenza migliore: passa in prima posizione spostandosi tutto a sinistra e frenando più tardi, sulla parte pulita della pista. Rottura dell’ala per Ricciardo invece, che verrà poi presa in pieno da Sainz che perderà così due posizioni, ma per fortuna senza riportare danni alla vettura. Il gruppo dopo il complesso di Curve 1-2-3 viene dunque guidato da Verstappen, con Hamilton secondo, Pérez terzo, Gasly quarto, Leclerc che sale in quinta, Giovinazzi in sesta e Sainz in settima.

Il giro però sarà interrotto presto da una Safety Car causata da un incidente tra la Haas di Schumacher e Tsunoda nello stesso complesso di curve. Al fine di evitare Bottas, in mezzo alla pista in testacoda, Ocon alza il piede e viene circondato da Tsunoda e Schumacher: il giapponese finisce sul cordolo di Curva 2, mentre Schumacher slitta fuori pista. 

Durante la Safety Car, Ricciardo e Bottas rientrano ai pit per montare gomma Hard e tentare la rimonta, riunendosi al gruppo in coda.

La gara riprende al quinto giro, senza nessun cambiamento nelle prime cinque posizioni; Sainz supera Giovinazzi in ripartenza, mentre Verstappen sfrutta la trazione della sua RB16B per staccare subito Hamilton. Davanti le posizioni sono piuttosto cristallizzate con circa 2 secondi di distacco l’un dall’altro. Dietro invece è lotta tra Russell, Räikkönen ed Alonso. 

I primi due iniziano, come successo ad Austin, a staccare Pérez e Gasly, che girano in tempi simili. Le due Ferrari restano nella terra di mezzo, in quinta e sesta posizione. Buono il passo, anche se l’AlphaTauri di Gasly sembra averne di più. L’azione nelle prime fasi di gara è dalla settima posizione in giù, con Räikkönen che supera Russell ed Alonso che lo imita, superando la Williams e unendosi al gruppo di coda dei campioni capitanato da Sebastian Vettel appena dietro l’Alfa Romeo di Giovinazzi. Verstappen dopo 10 giri conta già 3 secondi di vantaggio su Hamilton; i primi tre girano sul 1.21, mentre la Ferrari ha un passo simile a quello di Gasly davanti. Nelle retrovie, Bottas e Ricciardo sono ancora in ultima posizione, mentre Norris, partito più indietro, si sta portando invece a ridosso di George Russell.

La gestione gomma in questa fase è difficile per i piloti in aria sporca, e Lewis Hamilton dopo solo 13 giri lamenta che le gomme stanno crollando, perdendo nei confronti di Verstappen e Pérez, che inizia a farsi vicino, soprattutto nel settore centrale. 

Più indietro, Ocon – che era su gomma Soft – è il primo a fermarsi, tornando in pista su gomma Hard. Norris supera Russell e cerca di chiudere il distacco da Alonso, in P10. Al diciassettesimo giro si ferma anche il primo del gruppo partito su gomma Media: Alfa Romeo richiama ai pit Giovinazzi, che però torna in pista su gomma Hard dietro Bottas e perde il vantaggio conquistato in partenza non riuscendo a superarlo su una mescola meno performante.

In questa fase Verstappen continua a guadagnare fino ad un secondo al giro su Hamilton, ormai tallonato da Pérez. Gasly aumenta il ritmo rispetto alla Ferrari per qualche giro, ma poi i due della Rossa si adeguano al suo passo; il gap tra il francese e l’amico Leclerc rimane sui 3 secondi, con Sainz staccato dal compagno di squadra per lo stesso intervallo di tempo. I piloti su gomma Hard, intanto, non sembrano avere gran passo, facendo intuire che allungare il primo stint su Media – che invece rende bene – possa essere la strategia favorevole

Al giro 30 è comunque costretto a fermarsi Hamilton, che perde troppo rispetto ad entrambe le Red Bull a causa del degrado gomma; le due Red Bull restano fuori, mentre Hamilton torna in pista dietro Leclerc – che lo blocca per un giro e poi rientra ai box a sua volta. Ferrari cerca così di fare pressione su Gasly, per convincerlo a fermarsi insieme al monegasco, e la strategia funziona; Sainz resta fuori, mentre Leclerc torna in pista dietro Alonso – che supera in fretta, insieme a Vettel – con Gasly che si ferma al giro successivo, riducendo il gap tra loro a due secondi.

Per Leclerc però c’è da subito un problema con la mescola Hard; il monegasco fa fatica a gestire la gomma all’uscita dai pit, aprendosi in radio e comunicando che “c’è qualcosa di strano”. Nel frattempo Sainz, rimasto fuori, aumenta il ritmo su gomma Media, a tratti più veloce di Gasly. 

Verstappen si ferma al 32esimo giro, con un pitstop record di Red Bull che lo rilancia in pista con 8 secondi di vantaggio su Hamilton. Nell’altra Mercedes, che dopo la sosta al primo giro non è mai riuscita a prendere ritmo, Bottas resta alle spalle di Ricciardo, entrambi con una media di 1:22 alto. Altri 5 giri fuori invece per Pérez, per il momento leader davanti a Verstappen, ed i tempi del messicano si abbassano così come quelli di Sainz che dietro sta cercando di chiudere il gap su Alonso, che è il riferimento per il suo pitstop. 

La strategia Red Bull mette Pérez in terza posizione a 9 secondi da Hamilton una volta effettuato il cambio su gomma Hard, mentre il secondo pitstop di Bottas dura 11 secondi per un problema all’anteriore destra, dove i freni stanno fumando. 

Sainz nel frattempo resta fuori, ma inizia a perdere passo al giro 41, e così viene fermato al giro successivo. Pit Stop veloce anche per lui, e rientro in pista alle spalle di Leclerc. Al 43imo giro, mentre Pérez fa segnare il giro veloce in 1:19.959, il ritmo di Hamilton inizia ad essere inferiore a quello di entrambe le Red Bull, mentre dietro Sainz fa un buon giro recuperando su Gasly e Leclerc. Sainz con gomma fresca sta girando più veloce di entrambi, provando a ricucire il gap di 6 secondi sul compagno di squadra e quello di 12 su Gasly. Nel frattempo si ferma anche Norris – l’ultimo dei gomma Media – tornando fuori in P10 dietro ad Alonso. Nelle retrovie, Bottas supera Ocon e si mette nuovamente a caccia di Ricciardo.

In radio Leclerc continua a lamentarsi delle gomme, che ora iniziano a presentare graining, dicendo che la situazione è davvero strana; il monegasco perde tempo su Gasly e Sainz soprattutto nel secondo e terzo settore, andando al bloccaggio più di una volta. Ferrari dunque gli comunica l’intenzione di scambiare posizione in pista con Sainz, al fine di provare ad attaccare Gasly. Dopo aver smaltito il traffico di Stroll, Leclerc lascia passare Sainz (che nel frattempo in radio, piuttosto piccato, aveva accusato il compagno di squadra di “fare errori di proposito per tenerlo dietro”). 

Più avanti, Sergio Pérez sta velocemente riducendo il gap su Hamilton, che si lamenta del degrado gomma. Il messicano sarà in zona DRS a 11 giri dal termine, ma la Mercedes di Hamilton può ora godere del DRS offerto da Norris, doppiato, e si difende così dall’attacco. Sainz intanto aumenta il ritmo per agganciare Gasly, ma sebbene giri più veloce del compagno (che nel frattempo sembra essere riuscito a tornare su un buon ritmo) l’impresa sembra impossibile. L’AlphaTauri di Gasly è troppo veloce per le Ferrari, e presto il muretto comunicherà ai piloti che, come da accordi, lo scambio perciò sarà resettato. 

Gioca di strategia da classifica anche Mercedes, che al giro 65 ferma nuovamente Bottas per rubare il giro veloce alla Red Bull. Bottas però fallisce nel primo tentativo, a causa delle bandiere blu – proprio su Verstappen, che continua a comandare la gara indisturbato. Hamilton tiene a bada Pérez sfruttando la scia dei doppiati, mentre Norris si aggrappa alla top 10 non riuscendo però a chiudere il gap su Alonso per la nona posizione.

Al giro 70 succedono due cose: Mercedes ferma di nuovo Bottas per il giro veloce, e Sainz e Leclerc si scambiano nuovamente posizione, con il monegasco in P5 e lo spagnolo in P6. Scelta dettata, come spiegherà dopo Binotto, dalla decisione, presa prima della gara, di restituire il favore di una sosta prematura forzata con Leclerc in caso l’attacco su Gasly fosse fallito.

La scelta forzata di Mercedes – che arriva a trattenere Bottas nella pitlane al fine di permettergli di rientrare in una situazione di traffico più favorevole – funziona alla fine, con il finlandese che ruba il giro veloce a Verstappen all’ultima tornata. Pérez prova ancora ad attaccare Hamilton, prima sul rettilineo e poi in Curva 4, ma entrambe le azioni si concludono in un nulla di fatto.

Verstappen dunque vince il Gran Premio del Messico, tagliando il traguardo dopo aver dominato dall’inizio alla fine; in seconda posizione Hamilton, costretto di nuovo alla rincorsa, mentre Pérez conquista il primo podio a casa sua e viene votato come pilota di giornata dal pubblico.

In quarta posizione Gasly, in una gara dove non è stato mai né attaccato né in posizione d’attaccare; 5-6 per Ferrari, che forse si aspettava di più da questo weekend, ma recupera comunque ben 17 punti su McLaren e si porta avanti nella lotta per la terza posizione nella classifica costruttori. Il team Papaya oggi torna a casa con un solo punto – quello di Norris, in P10. P7 per Sebastian Vettel, che ha fatto un’ottima gara di gestione, P8 per Räikkönen nell’Alfa Romeo, con Alonso a chiudere il trio in nona posizione.

RISULTATI GP DEL MESSICO

CLASSIFICA PILOTI

CLASSIFICA COSTRUTTORI

 

Autore: Paolo D’Alessandro

Privacy Policy Cookie Policy