Motore Verstappen: ecco cosa si è rotto e se sarà riparabile

Piergiuseppe Donadoni
4 Ago, 2022

Autore: Piergiuseppe Donadoni

Red Bull arriva alla pausa estiva con 80 punti di vantaggio nel mondiale piloti e ben 97 in quello costruttori. Sembrerebbe un completo dominio tecnico, a livello di Mercedes nei primi anni di questa era ibrida della F1; tuttavia, il team con sede a Milton Keynes non ha fatto nulla di eccezionale in questi primi tredici appuntamenti. 

Il grande vantaggio è dovuto ad un mix di tre importanti fattori 

Chiaramente la competitività della RB18 è sempre stata alta, tranne in Australia e Austria dove la vettura anglo austriaca ha sottoperformato rispetto alle attese, un po come la F1-75 ad Imola e in Ungheria. Tuttavia, non è tanto la prestazione complessiva della RB18 ad aver fatto la differenza nei confronti della vettura italiana, quanto altri fattori tra cui l’affidabilità. Qualcuno potrebbe ricordarsi dei problemi occorsi ai motori Honda durante le prime gare, legati principalmente alla cavitazione della nuova benzina E10. Questi non hanno causato la perdita di componenti alla squadra anglo austriaca, un qualcosa che è successo invece a Ferrari, con Charles Leclerc tra il GP di Spagna e Baku mentre sulla F1-75 di Carlos Sainz in Austria. Senza contare il tempismo delle rotture che, con il monegasco, sono avvenute in momenti in cui era in testa alla gara rispetto alle seconde posizioni di Verstappen tra Bahrain e Australia. 

La seconda motivazione, meno importante ma comunque da sottolineare, è relativa al pilota. Max Verstappen ha sbagliato meno. E quando ha sbagliato, come la scorsa domenica, non ha subito contraccolpi nel punteggio del mondiale mentre Charles Leclerc, prendendo l’errore della Francia, ha 25 punti in meno, regalandone 7 in più al proprio rivale nel contempo. Insomma, un errore da 32 punti.

La terza motivazione, e quella più evidente in Ungheria, è la più importante differenza che esiste ancora tra il team Ferrari e la Red Bull: la parte strategica. Gli anglo austriaci, una squadra da mondiale anche da quel lato, la migliore in assoluto, la squadra di Maranello certamente no. Montecarlo, Silverstone e Budapest i tre appuntamenti più criticati, che hanno generato un’importante emorragia di punti soprattutto per Charles Leclerc, certamente non il pilota più fortunato in questa prima stagione di F1 con la nuova generazione di vetture. 

A Verstappen si è rotto l’albero di collegamento tra MGU-K e motore endotermico

Proprio riguardo l’affidabilità, in Ungheria si è verificata la prima vera rottura meccanica sulla RB18. “Abbiamo cambiato il motore sulla vettura di Max perché si è danneggiato un componente. Fortunatamente si è rotto nell’ultimo giro del Q3 perché se fosse durato almeno altri 12 chilometri in più, si sarebbe rotto la domenica” ha affermato Christian Horner nel post gara. Ufficialmente la squadra non voleva entrare troppo nei dettagli, tuttavia, abbiamo appreso che a rompersi sarebbe stato l’albero di collegamento tra il motogeneratore MGU-K e il motore endotermico, da qui anche la mancanza della spinta dell’elettrico alla RB18 di Max Verstappen. Non essendosi rotto un macro componente dell’unità, per riparare la parte avrebbe comportato perdere molto tempo; per questo, in casa RedBull si è deciso per una sostituzione dell’unità la domenica mattina. “Abbiamo deciso di sostituire l’unità di potenza e di non provare a riparare la parte. Poi, per precauzione, abbiamo cambiato anche l’unità a Checo, ha concluso Horner. 

Questo ha portato il team anglo austriaco ad anticipare le unità (tranne la batteria) che sarebbero state altrimenti introdotte in Belgio, arrivando al limite della stagione prima di dover andare in penalità. Non un importante problema, se prendiamo per vere le parole di Helmut Marko, il quale ha già confermato dopo il Gran Premio di Francia che anche il team austriaco rischia di prendere penalità in griglia nella seconda parte della stagione. Con l’attuale vantaggio di 80 punti in classifica piloti e 97 in classifica costruttori, sarebbe una scelta intelligente visto che anche la Ferrari dovrà scontarne in almeno altri due appuntamenti. 

Un problema, quello riscontrato sull’unità di Verstappen in Ungheria, che non causerà la perdita dell’MGU-K dato che il problema non ha intaccato direttamente il macro componente bensì una parte secondaria, che potrà essere riparata nelle prossime settimana. 

Mercedes crede che sulla RB18 ci sia il fondo evoluto per rispettare la DT39B/22 ma Red Bull smentisce 

Mentre nel weekend del Paul Ricard, Ferrari aveva lavorato meglio di tutti sulla comprensione delle mescole, con le gialle più gomme da gara delle bianche, in Ungheria è stata Mercedes la squadra ad averle compreso meglio. “Per noi la Hard non era un’opzione” ci ha fatto sapere un membro del team campione del mondo ne post gara. La motivazione? Una volta provate nelle FP1, con quasi 50°C, la mescola non aveva funzionato. A dire il vero l’assetto delle W13 era tutt’altro che ottimizzato. Non è quindi un caso che a fine weekend Toto Wolff abbia parlato di “fortuna” che il venerdì sia andato così male poiché ci ha portato ad andare così bene poi nel resto del weekend. Anche nella non scelta della gomma bianca? “Nei nostro plan strategici principali avevamo considerato una gara a due soste con gomme rosse e gialle” ha confermato lo stesso membro del team anglo tedesco.

Ferrari la bianca l’ha considerata, poi utilizzata con Charles Leclerc e rovinandogli la gara. Ma anche Red Bull. “Inizialmente volevamo partire con le Hard su entrambe le nostre vetture per allungare gli stint visto che in griglia eravamo in P10 e P11, sapendo che in Ungheria i sorpassi sono difficili, ha spiegato la tanto famosa stratega Red Bull, Hannah Schmitz, a Sky. Tuttavia, Red Bull aveva pronto il piano B, nel caso di pista fredda e magari umida con la Hard che non avrebbe funzionato. In quel caso avrebbero preso in considerazione la gomma morbida “perché funziona meglio in quelle condizioni”. Quanto hanno fatto dopo che sia Max Verstappen che Checo Perez hanno comunicato al team che con la bianca non avevano aderenza nei classici giri effettuati prima di portarsi in griglia. “Abbiamo parlato a lungo del passaggio alle Soft con Christian Horner. C’erano anche delle possibilità di pioggia, quindi la morbida ci avrebbe aiutato in quelle condizioni”. Una scelta che poi si è rivelata corretta, permettendo soprattutto a Max Verstappen di recuperare molte posizioni velocemente, anche grazie ad un funzionamento delle rosse che è andato oltre le aspettative del team di Milton Keynes (pensavano decadessero prima).

Una domenica molto positiva non solo per Max Verstappen ma anche, con le dovute differenze, per Checo Perez. Il messicano, vero che il risultato finale non lo mette ben in evidenza, ha fatto una gara piuttosto solida con un passo mostrato molto buono. “Siamo consapevoli che le ultime gare sono state difficili per noi. Abbiamo apportato molte modifiche alla vettura, quindi è importante capire bene il tutto, così che dopo la pausa estiva possiamo tornare più forti” ha affermato un pilota messicano, piuttosto in difficoltà nelle ultime gare. Secondo Mercedes, queste difficoltà potrebbero derivare dall’utilizzo sulla sua RB18 del fondo evoluto e già adattato alla Direttiva Tecnica che entrerà in vigore in Belgio e che potrebbe costare fino a 3 decimi di secondo. Red Bull smentisce categoricamente e afferma di essere tranquilla.

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