Vasseur: “Leclerc un fattore a Baku. Sainz in difficoltà ma davanti alle Mercedes”

Paolo D’Alessandro
30 Apr, 2023

La gara di Baku ha confermato che la Ferrari SF-23 è progredita con il lavoro svolto in fabbrica dopo il deludente avvio di stagione in Bahrain e a Jeddah. Già a Melbourne la Rossa aveva mostrato dei progressi, ma serviva confermarli anche su una pista diversa. La pausa lunga di più di 3 settimane ha permesso di affinare il lavoro di setup e di procedere con il programma di sviluppo che inizierà dalla prossima gara, Miami, come confermato dal Team Principal, Frederic Vasseur, nella conferenza stampa tenuta in Azerbaijan al termine del weekend.

L’inizio dell’avventura a Maranello è stato in salita per l’ex Alfa Romeo, con una vettura non all’altezza delle aspettative, ma con un atteggiamento sempre positivo. “Certamente non siamo dove vorremmo essere, ma quello che mi piace della squadra è l’atteggiamento mai arrendevole. Non siamo andati in panico dopo le prime gare, e Jeddah è stata dura, non pensando di cambiare tutto e ad un eventuale macchina B. No, l’obiettivo è sempre stato migliorare e capire il potenziale di questa macchina” ha spiegato Vasseur, lodando dunque l’atteggiamento dei tecnici in pista e in fabbrica con una pronta reazione ai problemi emersi sin dai test e che, lentamente, stanno provando a correggere.

Baku certifica i progressi del lavoro svolto prima di Melborune, ma non basta ancora per vincere.

Il Team Principal della Ferrari è molto onesto nell’analizzare la situazione intorno al proprio team. Il lavoro che i tecnici stanno svolgendo sulla macchina sta pagando. Continua a non voler andare troppo nello specifico riguardo questa “nuova filosofia tecnica” intrapresa sul setup e sviluppo della SF-23, ridendo a domande di questo tipo dai parte dei giornalisti. “Pensi che io ti dica la risposta? Prossima domanda”. La Ferrari è progredita con la comprensione della macchina, il nuovo fondo introdotto a Jeddah e montato dall’Australia e una diversa impostazione di base della macchina, ma per lottare al vertice manca ancora qualcosa.

Uno dei focus di Vasseur riguarda la consistenza, che la SF-23 ancora non ha, anche se ci sono stati progressi anche in quel campo. Riguardo questo il francese non pensa nemmeno si tratti di un problema di natura meccanica, sottolineando momenti in cui la Rossa si esprime bene: La macchina sul giro singolo è veloce ed oggi nel finale di gara lo era altrettanto. Siamo sempre stati convinti della singola sosta, come Aston Martin, mentre Red Bull penso volesse andare per le due soste e quindi hanno spinto dall’inizio, mentre noi abbiamo gestito all’inizio per avere un vantaggio sulla gomma alla fine. Alla fine loro sono stati semplicemente più veloci, mentre a noi manca un po’ di consistenza nel giro e nell’arco della gara, anche la macchina è migliorata rispetto all’inizio.” L’ex Alfa Romeo non vuole comunque vivere di ‘se’ e di ‘ma’ nel momento in cui gli viene chiesto se avrebbero potuto spingere un po’ di più “Non sapremo mai quale sarebbe stato poi il ritmo alla fine”.

Cosa fare e come migliorare in vista delle prossime gare e del 2024? “E‘ ancora presto per pensare all’anno prossimo. Da Miami inizieremo ad introdurre aggiornamenti e vedremo come l’auto si comporterà. Portare nuovi pezzi è una cosa, estrarre il potenziale è un’altra. Questi nuovi format, con anche le Sprint Race, stanno spingendo le squadre a portare tanti piccoli aggiornamenti che un grosso pacchetto di sviluppi” ha commentato Vasseur in quella che è già la vigilia del Gran Premio di Miami, dove appunto arriveranno le prime novità sulla Ferrari SF-23. Riguardo quelli che si spera, nelle ambizioni, essere i rivali diretti, ovvero Red Bull, il tema del DRS tiene sempre banco. L’ala mobile oggi ha permesso alle due RB19 di superare facilmente Leclerc “Loro hanno un vantaggio su tutti gli altri. Noi abbiamo ridotto il gap dall’anno scorso, ma c’è ancora ampio margine di miglioramento e dobbiamo capire bene cosa hanno trovato loro”.

Vasseur: “Leclerc un fattore a Baku, Carlos ha fatto un buon lavoro”.

Il nuovo formato della Sprint Race ha sicuramente penalizzato Carlos Sainz che qui a Baku non si è mai trovato completamente a suo agio. Il francese ha detto che in questo modo un pilota che inizia con il piede sbagliato il weekend ha più difficoltà a riprendersi, non potendo poi lavorare molto sulla macchina. A proposito del fromat e di una gara obiettivamente noiosa, Vasseur riconduce il tutto maggiormente al layout della pista. A Baku abbiamo visto gare belle, ma anche gare in cui se a guidare un treno di macchine c’è una vettura con una buona Top Speed, puoi fare 200 giri che non superi. Il format è entusiasmante per il pubblico, perché ci si gioca sempre qualcosa. La gara non è stata noiosa per questo motivo”. Un tentativo e un modo di promuovere un programma che comunque non sembra aver convinto tutti, tra piloti, tifosi ed addetti ai lavori.

Riguardo i suoi piloti invece il Team Principal deve fare un’analisi tra due prestazioni sicuramente diverse, se non opposte, ma con umori tutto sommato simili. Nessuno esce entusiasta da Baku in Ferrari, ma quanto meno possono ‘godere’ di ciò che hanno raccolto. La grande differenza tra Sainz e Leclerc ha fatto sorgere anche il dubbio sul valore della SF-23, ma Vasseur ha le idee chiare: Non possiamo dividere le due cose (Leclerc e Ferrari) lui in qualifica ha fatto un lavoro incredibile, ma sapevamo che a Baku sarebbe stato un fattore. Carlos ha faticato tutto il weekend e penso che la mancanza di fiducia parta dall’errore in Q1, al primo giro. Ha dovuto usare un secondo set di Soft per qualificarsi e da lì in poi si è portato dietro questa mancanza di feeling.” I problemi in Q1 al Venerdì lo spagnoli li ha pagati anche non potendo poi fare un secondo tentativo in Q3, avendo terminato le gomme Soft a disposizione.

Nonostante le difficoltà però, Fred sottolineare il risultato di Carlos che testimoniano i progressi di cui parla. E’ stato un weekend duro per lui, ma alla fine è stato davanti alla Mercedes. Questo va sottolineato. Ha portato dei buoni punti a casa ed ha finito con una P5. Nello sport ci sono alti e bassi. A Melbourne lui ha fatto meglio di Charles e qui invece è stato più in sofferenza, ma penso abbia fatto un buon lavoro alla fine”.

Autore: Paolo D’Alessandro
Co-Autore: Giuliano Duchessa

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